L'Harley-Davidson LiveWire, la prima motocicletta full-electric della casa americana, ha segnato senza dubbio un momento storico e degno di nota; se non altro per i nasi storti dai molti puristi del marchio di Milwaukee. Altro effetto che molto probabilmente si può imputare a questo modello è stato l'interesse che molti produttori mondiali, giapponesi inclusi, hanno riversato su questa nuova tipologia di due ruote. Si può tranquillamente dire che il vero punto di svolta si avrà quando i marchi del Sol Levante si lanceranno in questo nuovo mercato per produrre una nuova generazione di moto elettriche competitive sia dal punto di vista economico che da quello prestazionale.
Nel corso degli anni abbiamo visto innumerevoli esempi di concept bike elettriche da Honda, Suzuki e Yamaha ma, a parte una manciata di scooter elettrici, la produzione in serie di tali mezzi di trasporto ancora non si è palesata. Ciò non significa che lo sviluppo non stia progredendo ed è sufficientemente chiaro che tutti i principali produttori hanno team dedicati di ingegneri che lavorano su questo filone. Ognuno spera di essere pronto a sbaragliare la concorrenza non appena il mercato delle moto elettriche raggiungerà un punto critico in cui l'aumento della domanda e la diminuzione dei costi dei componenti riveleranno il reale profitto che si potrà ottenere anche con le due ruote a batteria.
Nel 2013 Yamaha presentò in anteprima il proprio approccio al mondo dell'elettrico sotto forma dei concept PED1 e PES1, seguiti nel 2015 dalle evoluzioni PED2 e PES2. Nel 2016, il report annuale della società rivelò che era stato pianificato una linea di produzione per modelli di serie basati proprio sui prototipi PED2 e PES2. Bene questa famosa linea di produzione si fa ancora attendere, ma a quanto pare sembra proprio ci siano dei progressi interessanti. Infatti Yamaha ha presentato una serie di domande per la registrazione di alcuni brevetti che rivelano il grande lavoro in corso su di una gamma composta da diversi modelli di moto elettriche.
Questi progetti depositati, però, non riguardano un nuovo propulsore elettrico o delle batterie di "36esima" generazione, ma un aspetto molto più pratico e se vogliamo banale delle moto elettriche. Aspetto che però avrà un impatto diretto su tutti i futuri proprietari e le varie modalità di utilizzo: dove posizionare la presa di ricarica? Le poche moto elettriche attualmente sul mercato hanno seguito la tendenza tradizionale impostate dai modelli alimentati a benzina mettendo la presa di ricarica in cima alla zona del "serbatoio" esattamente dove ci si aspetterebbe di trovare il tappo di rifornimento. Ciò potrebbe avere senso quando si tratta di "familiarità", ma non è necessariamente la posizione più sensata.
Mentre un serbatoio tradizionale si riempie in pochissimi minuti per fare il pieno ad una elettrica potrebbero volerci delle ore e di conseguenza la necessità di tenere fermo e soprattutto stabile il mezzo non sarebbe affatto secondaria. Gli ultimi progetti Yamaha propongono tre potenziali posizioni per la presa di ricarica, ognuna dedicata alla tipologia di moto per la quale la casa dei 3 Diapason sta sviluppando un mezzo.
Per iniziare abbiamo il PES2, la moto elettrica di Yamaha che forse più si avvicina ad un prodotto di serie, oltre ai minuscoli scooter e-Vino ed EC-03. Per questo modello la casa suggerisce una variazione riguardo la normale posizione del "tappo" per la presa, spostandola sul lato destro in modo che sia direttamente sopra la moto mentre quest'ultima è inclinata sul suo cavalletto laterale. L'idea è di massimizzare la stabilità, in modo da poter usare una certa forza per inserire la spina oltre a rendere incredibilmente meno probabile un ribaltamento della moto dovuto ad un accidentale strattone al cavo durante la fase di carica. In alternativa, Yamaha suggerisce che la presa potrebbe essere nascosta sotto il quadro strumenti o posizionata molto vicino al cannotto di sterzo.
Un secondo design mostra una moto elettrica naked ben più grande della PES2, basata quasi certamente sul progetto MT-07. Per questa ulteriore variante l'idea è quella di posizionare la presa direttamente sotto il sellino del passeggero.
Per concludere Yamaha mostra un terzo design che farebbe pensare senza dubbio ad una moto super sportiva elettrica. Una specie di R1 a batteria. Qui la presa di ricarica potrebbe essere integrata alla base del cupolino parabrezza, oppure, addirittura, nascosta all'interno di uno dei due gruppi ottici anteriori.
Come anticipato questi brevetti potrebbero risultare alquanto banali ed assolutamente non lasciano intendere alcunché riguardo il design finale delle moto. Quello che, invece, è molto chiaro ed affatto sciocco risiede nel fatto che grazie a questi brevetti si capisce chiaramente come l'azienda stia lavorando su diverse tipologie di moto elettriche per poter offrire ai propri clienti la stessa varietà di modelli che attualmente sono disponibili con alimentazione a benzina.