Con la Aprilia RS 660 la casa di Noale ha rivitalizzato il segmento delle bicilindriche sportive di media cilindrata a cui appartengono anche la Ducati Supersport e la Honda CBR 650 R. A questa schiera a breve potrebbe unirsi una neonata Yamaha R7, la quale potrebbe però anche chiamarsi R-07. Da mesi infatti circolano indiscrezioni, inizialmente provenienti dal Giappone, circa una nuova moto della casa dei tre diapason che andrebbe ad ampliare ulteriormente l'offerta basata sulla piattaforma che da già vita a MT-07, Teneré 700, Tracer 700 (questa la nostra prova) e XSR 700.
In seguito negli USA c'è stata una registrazione al CARB (California Air Resources Board) di una nuova moto del brand di Iwata, relativa ad una sportiva di 689 cc, esattamente la cilindrata del motore CP2 che equipaggia i modelli di cui sopra. Oltre alla fondamentale "ragion di stato", data da un mercato che sembra poter essere ricettivo nei confronti di questa tipologia di moto, ce ne sarebbe anche una seconda, anche se meno importante, legata all'ambito sportivo.
Yamaha è infatti già regolarmente schierata, con la MT-07, nella classe Twin del campionato MotoAmerica, nel quale ha una fiche di omologazione proprio la Aprilia RS 660 che, inoltre, ha ricevuto il benestare a correre nel prossimo Tourist Trophy dove, tra gli altri, sarà guidata dal "nostro" Stefano Bonetti. Tutto questo fa sì che una moto dei tre diapason decisamente più performante, specie a livello di propulsore, rispetto alla attuale naked, costituirebbe una base migliore per contrastare la bicilindrica di Noale che, dati tecnici alla mano, dispone di un vantaggio importante.
La nuova moto si integrerebbe oltretutto nel discorso del cambiamento in atto nel regolamento Supersport che, a partire probabilmente dal 2022, non sarà più vincolato escluvivamente alla cilindrata, ma si affiderà ad un BoP (Balance of Performance). Questo significherà che potranno partecipare al campionato anche moto di cubatura maggiore rispetto ai classici 600 cc per i 4c, 675 per i 3c e 750 per i 2c, ma anche che i motori al di sotto di questi limiti godranno di vantaggi regolamentari come ad esempio minor peso ammesso, nessuna limitazione sull'aspirazione ed altro ancora.
Se due indizi fanno una prova, è ragionevole pensare che ad Iwata siano davvero al lavoro sia su moto che motore, con quest'ultimo che potrebbe poi trovare altre applicazioni, a mo' di "CP2 2.0", sui diversi modelli che oggi utilizzano il bicilindrico frontemarcia di Iwata. L'operazione, al di là dello scoop in sé, presenta però un paio di punti dai contorni un po' incerti, il primo e più importante dei quali è legato al nome che la nuova moto potrà avere.
Gli appassionati di supersportive ricorderanno certamente la YZF-R7 OW-02, meglio conosciuta come Yamaha R7, una delle protagoniste dell'epoca d'oro delle superbike replica made in Japan a cui appartengono anche le Honda RC30 ed RC45 e la Kawasaki ZX-7 RR. In ognuno di questi casi si trattava di 4 cilindri supersportive nate per costituire la base su cui realizzare la moto da far corriere nel mondiale delle derivate di serie.
Divenuta un oggetto molto ambito dai collezionisti, la R7 ha avuto genesi e caratteristiche che sono profondamente diverse da quelle della bicilindrica che dovrebbe essere presentata in autunno per arrivare sul mercato all'inizio del prossimo anno. Per questo motivo ci sono dubbi sul se Yamaha vorrà utilizzare nuovamente la sigla YZF-R7 o anche più semplicemente R7.
Le perplessità sono legate al se, ad Iwata, decideranno/accetteranno di riutilizzare il nome che è stato di una delle moto più iconiche da loro prodotte negli ultimi 25 anni, rischiando di generare delusione nel momento in cui si metteranno a confronto, sebbene idealmente, i due modelli, R7 vecchia ed ipotetica R7 nuova. Sulla scorta di questo, secondo indiscrezioni interne alla casa dei tre diapason, una presa definitiva di posizione non c'è ancora stata.
In sostanza, la moto potrebbe non chiamarsi R7. Se così dovesse essere, la casa giapponese potrebbe optare per una soluzione di nomenclatura a "metà strada" tra R7 ed MT-07. Sulla scorta di questo, la moto potrebbe essere chiamata Yamaha R-07. Idealmente risolto il primo dubbio, passiamo al secondo, che in realtà è una mera speculazione sulla scheda tecnica del futuro nuovo arrivo di Iwata.
Si è detto che il riferimento è dato dalla Aprilia RS 660, bicilindrico parallelo di 659 cc con una potenza di 100 cv a 10500 giri per 67 Nm di coppia a 8500 giri. Yamaha parte dai 73 cv a 9000 giri per 67 Nm a 6500 giri. Il motore della attuale MT-07 ha misure lievemente più sottoquadre rispetto all'unità realizzata a Noale, con un alesaggio di 80 mm per 68.6 mm di corsa, mentre la RS presenta misure di 81×63.9 mm.
Questo significa una teorica minore propulsione all'allungo in alto, cosa peraltro confermata dal carattere stesso del CP2, che è una unità che non ama essere portata al limitatore, dal momento che offre il meglio di sé senza dover raggiungere il regime massimo di rotazione. Ipotizzando in ogni caso il raggiungimento dello stesso numero di giri della rivale e senza stravolgere completamente il motore o utilizzare materiale esotici, è verosimile pensare che la futura Yamaha R7/R-07 possa disporre di una potenza dell'ordine degli 85-90 cavalli.
Si avrebbe così un gap di potenza che potrebbe però essere compensato da una coppia maggiore o offerta ad un regime minore dell'unità Aprilia, che ha nell'allungo una caratteristica quasi da plurifrazionata. Con la Yamaha R7/R-07 si ripeterebbe l'annoso dilemma: meglio più potenza, ma in alto o meglio più schiena e rotondità? Per scoprirlo non resta che attendere, nei prossimi mesi, le mosse di Yamaha, di cui si vocifera un interesse a proporre anche una nuova versione della TRX, come riportato in questo articolo Yamaha: in arrivo la TRX 700, erede della TRX 850?
Quello che è certo è che se scenderà in campo, in questo particolare segmento di mercato, una delle fab four giapponesi, è fortemente probabile venga seguita da qualche altra casa del Sol Levante, con Kawasaki e Suzuki che si vocifera siano all'opera rispettivamente sulla Ninja 700 e sulla SV 700 (Suzuki: nuovo bicilindrico parallelo per la SV 700 del futuro?). Forse le supersportive ed i manubri bassi sono stati confinati ad una ormai ristrettissima cerchia di mercato, ma potrebbero essersi affacciate le loro evoluzioni, non in termini di prestazioni, quanto di fruibilità e ricettività da parte di un mercato profondamente cambiato dall'esordio della prima e, ad oggi unica, Yamaha R7.